1. Via Polonghera 42 Torino
    E-mail: viavirle.evangelici@gmail.com
    Sito web: http://viavirleevangelici.wix.com/viavirle
  2. La tradizione religiosa aderisce ai principi condivisi dalle Chiese Cristiane Evangeliche “dei Fratelli”.
  3. Le Chiese Cristiane Evangeliche “dei Fratelli” nascono e restano un movimento di risveglio spirituale che ha avuto origine in Europa agli inizi dell’800 ed in particolare in Inghilterra. Questo modello di fede risvegliata si è propagato anche in Italia nel periodo risorgimentale, soprattutto grazie a due persone che hanno avuto un ruolo rilevante in fase iniziale: il Conte Piero Guicciardini di Firenze (1808-1886) e il poeta-patriota mazziniano Teodorico Petrocola Rossetti di Vasto (1825-1883). Entrambi hanno saputo dare impulso a un rinnovato interesse verso il Vangelo in tempi difficili, quando la liberta religiosa era ancora lontana in Italia. Sono attualmente presenti in Italia circa 250 comunità locali sparse in tutte le regioni. Non si hanno tracce di comunità evangeliche in lingua italiana a Torino prima del 1848. Nel 1850 arriva a Torino Bonaventura Mazzarella, eminente giurista e uomo politico, originario di Gallipoli. Egli ascolta la predicazione dell’Evangelo nella comunità valdese e si converte. La testimonianza porta i suoi frutti perché si forma una prima comunità libera, staccata dai Valdesi. Nel 1854, quando Mazzarella si trasferisce a Genova, De Sanctis prende la guida della comunità di Torino che insieme a quella di Genova, forma il primo nucleo della Chiesa Cristiana Libera in Italia. Nell’agosto 1897 sulla rivista “Il Cristiano” viene pubblicato un articolo da parte del fratello Lunati riguardo la comunità di Torino che riporta: “L’Avversario riuscì a togliere il locale della fratellanza evangelica, ma si spera di trovarne un altro…”. Le difficoltà sono notevoli, non solo per le persecuzioni, ma anche per la mancanza di fondi. Nonostante questo, sino a luglio 1922 i credenti di Torino si riunirono in Via Gioberti 23, in un locale in affitto in un cortile, abbastanza grande ma infelice. Quando il proprietario non volle più rinnovare il contratto di affitto, la chiesa prese a riunirsi in case private. Nel luglio del 1922 troviamo un altro articolo su “Il Cristiano” che riporta: “A partire dal 1° Luglio questa Chiesa non si radunerà più nel solito locale di Via Gioberti 23. Appena il Signore farà trovare un’altra sala per le nostre adunanze, non mancheremo di darne avviso su “Il Cristiano”. Invitiamo pertanto tutte le chiese a pregare per tale scopo”. Firmato: Casavecchia. Per un certo periodo le riunioni avvengono in casa del fratello Pietro Monti in Via S. Paolo 8, al piano terreno. Tutte le domeniche mattina, per far posto ai credenti, viene effettuato lo sgombero di una camera da letto e i mobili vengono accatastati in cantina. Gli enormi disagi e il rifiuto a concedere un locale in affitto per riunioni evangeliche fecero maturare tra i credenti un’importante decisione: “Costruiamo un locale tutto nostro!” Finalmente nel 1923 viene trovato un terreno in Via Polonghera 42, angolo via Virle. Occorrono però fondi immediati e bisogna risolvere un problema legale. Il 19 agosto del 1923 nasce Il Tabernacolo come Ente Morale per la conservazione, la tutela e l’amministrazione dell’erigendo locale. Il nome Tabernacolo deriva dall’esempio degli antichi Ebrei, in particolare per quanto riguarda le offerte e la liberalità. Restiamo colpiti a pensare a quello slancio, a quell’impegno che tutti hanno preso davanti a Dio. Per la costruzione e il finanziamento del locale, i credenti, anche con privazioni e sacrifici, si autotassarono: quelli con maggiori possibilità finanziarie parteciparono generosamente con somme cospicue; i più poveri si privarono del necessario per il desiderio di contribuire all’opera comune; coloro che avevano dell’abilità la misero al servizio per la realizzazione del progetto. Nel numero di novembre 1925 de “Il Cristiano” è riportata la fotografia del locale. Dice l’articolo: “Il Signore ha operato potentemente e sentiamo di doverGli manifestare tutta la nostra riconoscenza e gratitudine, perché ancora una volta abbiamo potuto constatare come Egli risponda alle preghiere di coloro che si confidano in Lui per ogni loro bisogno”. Il locale fu poi quasi subito donato all’Ente Morale “Opera delle Chiese Cristiane dei Fratelli” con sede in Firenze. Nel periodo bellico il locale fu danneggiato abbastanza gravemente dalle bombe, ma grazie al Signore non in modo irreparabile e, alla fine delle ostilità, furono necessarie varie opere di consolidamento e di riparazione delle strutture danneggiate. Finita la guerra le attività evangelistiche si sviluppano con nuovo entusiasmo che risentì della sete di libertà di potersi nuovamente radunare ed evangelizzare.La comunità di Via Virle continua così ad espandersi, e alla fine degli anni Sessanta la sua consistenza può essere valutata in 250-300 membri. Nel corso degli anni Novanta si sono aggiunte folte schiere di credenti rumeni, residenti a Torino per motivi di lavoro. Questi credenti, alcuni dei quali partecipano anche alle riunioni della chiesa di lingua italiana, svolgono la domenica pomeriggio e durante la settimana attività e riunioni nella loro lingua. Le nuove esigenze di sicurezza, di abitabilità e di igiene, oltre al maggior utilizzo dei locali e la concomitanza di alcune riunioni hanno suggerito l’idea di migliorare la funzionalità dei locali e degli spazi a disposizione delle diverse attività, rendendo nuovamente necessari aggiustamenti importanti degli ambienti. I lavori di ristrutturazione iniziati nel maggio 2005 sono terminati nella primavera 2007: la chiesa è stata sopraelevata di un ulteriore piano e sono stati rifatti servizi e impianti. Con l’aiuto del Signore, ciò è stato possibile, come ottanta anni prima, con l’autotassazione dei membri della chiesa oltre a finanziamenti e contributi pubblici e privati. In tutto questo periodo, la responsabilità della testimonianza della chiesa è stata sostenuta, a seconda dei doni ricevuti dal Signore, da fratelli e da sorelle in fede che si sono succeduti nel tempo. E quando questi “fedeli testimoni”, sono stati chiamati via via a “ricevere il premio delle loro fatiche”, ne sono subentrati altri che oggi si prendono cura della chiesa alla gloria di Dio. Il versetto esistente sulla parete frontale all’interno della sala di culto che recita: “Gesù disse: Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per me”, ha costituito in tutti questi anni una vera testimonianza per tutti quelli che hanno varcato la soglia della sala, nella convinzione del ruolo centrale riconosciuto alla Bibbia, e in particolare al Vangelo, che presenta la buona notizia della missione del Figlio di Dio svolta sulla terra per salvare l’uomo peccatore.
  4. Non è possibile dare un dato preciso riguardo alla composizione della chiesa locale, in quanto la nostra assemblea non ha un “registro” dei membri che la compongono. Possiamo stimare in 150 circa il numero degli attuali membri di cui il 10% possono essere considerati simpatizzanti e il 30% bambini e giovani.
  5. La responsabilità della conduzione dell’assemblea è affidata ad un collegio di “anziani” in uno spirito di servizio e di collaborazione, che coordina e gestisce una pluralità di “ministeri” e “servizi” non verticistica.
  6. Le principali riunioni che vengono organizzate sono: incontro di adorazione/culto, Domenica alle ore 10.00; scuola Domenicale, Domenica alle ore 11.00; incontro in lingua rumena, Domenica alle ore 17.00; riunione di canto, lunedì alle ore 21.00 con frequenza ogni 15 giorni; riunione di preghiera, Venerdì alle ore 21.00; incontro giovani, Sabato alle ore 18.30; incontro Gruppo Scout (secondo un proprio calendario).A queste attività si aggiungono riunioni convocate ad hoc specifiche delle donne e per i bambini, come la Festa della Scuola Domenicale, i “Pomeriggi Colorati” oppure eventi particolari dedicati alle missioni (mercatino per la SIM in Burkina Faso, ogni anno a Novembre) e conferenze su temi biblici.
  7. Questo è il logo che appare sul sito della chiesa e simboleggia la facciata “storica” del nostro locale.chiesa
  8. La chiesa non ha sue proprie pubblicazioni.

T.C.