la-virtu-del-silenzio-mimesisLA VIRTU’ DEL SILENZIO
Michel Maffesoli

Nei momenti di difficoltà la realtà diviene sfuggente e il coro dei ben pensanti prova a districare la complessità del sociale attraverso discorsi astratti e razionali. Michel Maffesoli, invece, invita il lettore a riconciliarsi con il silenzio, abbandonandosi al mistero. Le parole non sono in grado di cogliere il reale, perché esso è fatto della potenza dei sogni, di fantasmagorie, di fantasie. Il reale è sfuggente, ineffabile e giunge a conoscibilità solamente quando prende corpo negli oggetti del quotidiano, nel “divino sociale”. Attraverso la sua analisi erudita, l’autore tenta di comprendere il ritorno del “sacrale”, ovvero del bisogno collettivo di una comunione emozionale, della condivisione e della scomparsa nell’Altro: l’altro della comunità, del cosmo, della deità.

Michel Maffesoli è professore emerito di sociologia alla Sorbona, dove dirige il Centre d’étude sur l’actuel et le quotidien. I suoi saggi più recenti sono dedicati alla violenza, alla vita quotidiana e all’estetizzazione dell’esperienza nella società contemporanea. Tra le sue pubblicazioni più importanti tradotte in italiano: Il tempo delle tribù (1988), La trasfigurazione del politico (2009) Matrimonium (2012).

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spiritualita-incorporate-bertolo-mimesisSPIRITUALITA’ INCORPORATE
Le pratiche dello yoga
Carla Bertolo, Giuseppe Giordan

Spiritualità come ricerca del senso della vita attraverso l’esperienza del sé nelle vicende della vita quotidiana. E questo può avvenire dentro, ai confini, attraverso, o del tutto fuori delle religioni tradizionali. Un cammino che, trasgredendo la distinzione tra sacro e profano, attraversa i sentimenti, le emozioni, il corpo, alla ricerca di una sintonia sempre più autentica con il proprio sé profondo, al di là delle etichette e dei ruoli che costringono a vivere secondo le aspettative altrui.
Le pratiche dello Yoga contemporaneo, così come sono vissute da molte persone oggi, sembrano offrire una specificità di risorse simboliche e tecniche che accompagnano gli individui a generare una propria narrazione che mette insieme ragione ed emozioni, corpo e mente, spirito e cuore.

Carla Bertolo insegna Comunicazione sociale e Introduzione alla sociologia all’Università degli Studi di Padova. Tra i suoi interessi di ricerca il mutamento nei rapporti individui-società a partire dalle pratiche di vita. Tra le pubblicazioni recenti: Oltre l’evento l’esperienza (2014), Soggettività e Yoga (2013).

Giuseppe Giordan insegna Sociologia della religione e Religions and human rights all’Università degli Studi di Padova, dove coordina un dottorato internazionale in Human Rights, Society, and Multi-level Governance. è coeditor della “Annual Review of the Sociology of Religion”. Tra i suoi interessi di ricerca il rapporto tra religione e spiritualità, le dinamiche del pluralismo religioso, il rapporto tra religioni e diritti umani.

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donne-donne-eterni-dei-andrini-mimesisDONNE, DONNE ETERNI DEI!
Tempi della donna e tempo per la donna.
Simona Andrini

Il libro vuole essere uno sguardo particolare, un ri-guardo particolare, nei confronti della donna.
Esistono, infatti, e trovano sempre più ampia legittimazione luoghi comuni, schemi, stereotipi, modelli, maschere che, in modo a volte estremamente accattivante, a volte minacciosamente prescrittivo, destinano la donna ad una identità perennemente segnata dall’eteronomia che ottunde, scolorandola, ogni sua possibile autentica interiorità.
Grazie all’individuazione di quei tempi che scandiscono la giornata (la vita) di una donna: l’età, il cibo, il lavoro, vorrei che dal mio discorso trasparisse una testura morale piuttosto che mimica, nella contezza che tali unità temporali, sovente, surrettiziamente inducono quello straniamento che obnubila, rendendola immemore, la condizione fondativa del nostro essere. Per tale ragione – questo il senso di queste pagine – io credo che non inutile sia il voler riportare attento lo sguardo su quella interiorità che la donna perde, vivendola nella sua formale, banale, esteriorità, nella speranza o, peggio, convinzione, che le mille maschere possano sostituire davvero il suo volto assente.

Simona Andrini, Ordinario di Sociologia del diritto presso l’Università degli Studi Roma Tre, è Coordinatore internazionale per l’Italia del GR03 (Groupement de recherche n. 03, Etudes Socio-juridiques – Sociologie du droit) dell’A.I.S.L.F. (Association Internationale des Sociologues de Langue Française). Le sue principali prospettive di ricerca riguardano i temi della storia del pensiero sociologico, con particolare attenzione alle origini della sociologia in Italia; il pensiero giuridico-politico di Max Weber con particolare riferimento alla centralità della dimensione procedurale del diritto e dell’autonomia del politico; l’analisi delle odierne trasformazioni dei paradigmi di lettura dei rapporti sociali. Ha pubblicato in Italia, tra gli altri, con Giuffrè, Franco Angeli, Rubbettino, Giappichelli, CEDAM, LED, in Francia con la LGDJ (Librairie Générale de Droit et de Jurisprudence), in Germania con la Westdeutscher Verlag.

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oltre-il-credere-genova-mimesisOLTRE IL CREDERE
Significati e senso nelle pratiche religiose
Carlo Genova

Preghiera, pellegrinaggio, partecipazione ai riti, turismo religioso sono solo alcune delle numerose pratiche comunemente considerate caratterizzanti il campo religioso. Ma da tempo ormai e sempre più spesso i significati che gli individui coinvolti assegnano a queste pratiche si rivelano fortemente personalizzati, sempre meno derivanti da appartenenze religiose e insegnamenti dottrinari, e sempre più legati invece a quadri interpretativi personali, mentre tali pratiche si compongono ed interagiscono in veri e propri lifestyles. All’analisi di tali pratiche, attraverso i risultati delle più recenti ricerche internazionali, e alla ricerca di nuove chiavi di lettura, dentro e oltre i confini del religioso, è dedicato il volume.

Carlo Genova è ricercatore presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino, dove insegna Sociologia dei processi culturali e Stili di vita e spazi urbani. I suoi principali campi di ricerca riguardano stili di vita, subculture, culture giovanili, analisi sociale dello spazio. Tra i volumi pubblicati: Lifestyles and Subcultures. History and a New Perspective (2016, con Luigi Berzano), Sociologia dei lifestyles (2011, con Luigi Berzano), Attivamente impolitici. Giovani, politica e partecipazione in Italia (2010).

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postumani-per-sceltaPOSTUMANI PER SCELTA
Verso un’ecosofia dei collettivi
Giovanni Leghissa

Il discorso contemporaneo sul postumano ormai si declina in molti modi. Da un lato, si articola a partire dalla domanda seguente: cosa significa considerare l’uomo un animale tra altri animali? Si è sviluppata in tal modo un’esperienza non solo densa di significati esistenziali, ma anche intrisa di una forte componente spirituale, che ruota attorno a una profonda fratellanza con gli animali di altre specie. D’altro lato, i transumanisti si chiedono invece – e in maniera opposta – come superare la finitezza e la precarietà che caratterizza i viventi e aspirano, grazie all’impiego della bioingegneria e delle scienze dell’artificiale, a produrre un uomo totalmente ibridato con gli artefatti tecnologici. In entrambi i casi, la posta in gioco consiste nel ridefinire i confini dell’umano e il senso della convivenza tra viventi e artefatti entro la nicchia ecologica da tutti condivisa.

Giovanni Leghissa (Trieste, 1964) è Ricercatore confermato presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione dell’Università di Torino. Tra i suoi lavori: Incorporare l’antico. Filologia classica e invenzione della modernità (Milano, 2007); Neoliberalismo. Un’introduzione critica (Milano, 2012). Le sue indagini hanno come punti focali: epistemologia dell’economia, epistemologia critica delle scienze umane (con particolare riferimento all’antropologia, alla storia delle religioni e alla filologia), fenomenologia, psicoanalisi, rapporto tra religione e modernità, pensiero ebraico contemporaneo, filosofia del postumano, filosofia interculturale, Postcolonial e Cultural Studies. Da alcuni anni le sue ricerche mirano a indagare le trasformazioni del rapporto tra razionalità economica e razionalità politica nell’età neoliberale.

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monaci__uomini_s_5437f0a68f1c2MONACI, UOMINI SENZA DIO?
Pratiche, senso, essenza.
Maria Chiara Giorda e Sara Hejazi

I monasteri dovrebbero rappresentare l’ultima roccaforte che resiste alle forze modernizzatrici, materialiste e prive di Dio, che dilaniano il mondo occidentale. Oppure no? E se anche i monaci fossero, invece – come i non monaci – uomini senza Dio? Carichi, cioè, di una vaga e imprecisata spiritualità utile soprattutto come guida per orientarsi in spazi e tempi che con Dio hanno poco a che fare? E se il monastero non fosse altro che un luogo in cui monaci e turisti del sacro, mescolati nello stesso spazio, non cercano altro che recuperare una dimensione più umana, meno alienante e dunque un maggiore equilibrio nella quotidianità? E se essere monaci non fosse altro che la messa in pratica di un’arte di vivere il presente che nel mondo fuori sembrerebbe perduta? Il saggio vuole lanciare una provocazione: in una società frammentata e secolare, compressa nel tempo e nello spazio, persino luoghi come i monasteri smettono di essere caratterizzati da religiosità tradizionali per essere trasformati in spazi di ricerca spirituale completamente inediti, alternativi e che spesso hanno a che fare più con la ricerca di un benessere psico-fisico da ottenersi qui e ora, che con l’anelito verso un Dio che attende l’uomo nell’aldilà.

Maria Chiara Giorda, studiosa di storia delle religioni all’Università di Torino e dottore di ricerca all’École pratique des hautes études della Sorbonne di Parigi, si occupa di pluralismo religioso e spazi pubblici; coordinatore scientifico della fondazione Benvenuti in Italia, di recente ha pubblicato Religioni & economie (Mimesis, 2014).

Sara Hejazi, antropologa e giornalista per RCS mediagroup, si occupa di movimenti religiosi, sessualità e rivoluzioni di genere nelle società complesse. Ha realizzato numerosi reportage sulle trasformazioni sociali e di costume che caratterizzano l’Italia e l’Iran. Ha pubblicato L’altro Islamico. Leggere l’Islam in Occidente (Aracne, 2009).

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sulla-colonna-mimesisSULLA COLONNA
Le basi corporee dell’esperienza ascetica
Gian Antonio Gilli

Lo stilitismo, che costituisce il tema del presente lavoro, viene generalmente ritenuto una delle più bizzarre (e ‘aberranti’) esperienze ascetiche. Praticato in Siria a partire dal V secolo d.C., veniva esercitato sulla sommità di una colonna: ivi lo stilita soggiornava per decenni, fino al termine della vita. Era caratterizzato da una serie di pratiche motorie che – pur apparendo ispirate a devozione religiosa – sembrano per molti versi rappresentare la risposta a pulsioni interne all’asceta. L’alternarsi incessante di una postura eretta immobile e di prosternazioni si colloca, per lo stilita, su di uno sfondo di giustificazioni e di valori (e dei relativi vissuti) che ben si configura come una ‘spiritualità del corpo’. Una spiritualità, tuttavia, religiosamente inspiegabile, senza alcun legame con le Sacre Scritture o con l’insegnamento della Chiesa: come se in questi soggetti, che pure apparivano interamente rivolti a Dio, la pratica della colonna fosse qualcosa che essi facevano per se stessi.Gian Antonio Gilli, professore ordinario di Sociologia presso l’Università del Piemonte Orientale, lavora da decenni sul tema dello schema corporeo e delle sue ‘patologie’, e sulla ricostruzione delle sue origini. Nel suo modello l’esperienza fisica originaria si delinea come un’esperienza specializzata, nel senso che sono in essa dominanti singole parti del corpo, singoli apparati; l’esperienza integrata dal corpo non è dunque che un’esperienza sopraggiunta. Tra le opere più significative di questa ricerca ricordiamo Origini dell’eguaglianza – Ricerche sociologiche sull’antica Grecia (1988), Arti del corpo – Sei casi di stilitismo (1999) e soprattutto L’Età delle membra – Antropologia delle parti del corpo (di prossima pubblicazione).

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[one_half]Luigi Berzano[/one_half] [one_half_last]

SPIRITUALITA’ SENZA DIO?

Spiritualità senza Dio?: contraddizione o paradosso? In realtà, nelle società contemporanee, si moltiplicano nuove forme di spiritualità al di fuori delle grandi tradizioni religiose. Il distacco tra religioni organizzate e spiritualità individuali sta penetrando nel cuore di molti individui, quasi che la religione fosse emigrata “nel mondo”, spostandosi dalle chiese alla strada, dai riti liturgici alle pratiche secolari, dall’obbedienza ai Magisteri alle scelte individuali. È così che si sperimentano altri alfabeti del religioso: verità, liturgie, presenze, pratiche finalizzate a investire di senso la vita quotidiana. E anche altre spiritualità che vanno oltre l’osservanza dei riti, poichè riguardano l’essere più che la morale. Il libro del sociologo Luigi Berzano – che apre la collana Spiritualità senza Dio? – è importante perché, senza pregiudizi o moralismi, apre il nuovo campo di ricerca sulle spiritualità sia di individui che dichiarano di non appartenere a nessuna religione, sia di individui che, pur appartenendo a una religione, hanno uno stile di vita che non discende dalla propria religione e vivono parte della loro vita come se Dio non ci fosse.[/one_half_last]

[one_half]Eric Landowski[/one_half] [one_half_last]

SHIKATA GA NAI

Shikata ga nai: espressione d’uso corrente in Giappone, apparsa sulla stampa europea dopo lo tsunami del 2011. è spesso usata dai giapponesi quando si trovano di fronte a eventi inevitabili e drammatici. Esprime un atteggiamento così lontano dai modi occidentali di pensare che la sua traduzione è difficile: «Non ci si può fare nulla». Ma questa accettazione passiva è fuorviante. Più opportuno sarebbe dire: «Così è come va», il che implica che la vita, compresi gli aspetti più drammatici, è parte di un processo globale e forse significativo. Nel presente saggio, che non si concentra in particolare sulla cultura giapponese, l’analisi di questa espressione permette di individuare un elemento chiave nella costruzione di un modello – religioso o no – per la fondazione di un senso della vita. Oltre un razionalismo stretto che esclude ogni interrogativo sul fatto che ci sia del senso “piuttosto che niente”, e, allo stesso tempo, aldiquà della scommessa idealista che vi apporta una risposta, ma soltanto al prezzo di un salto nell’ordine sovrannaturale, non potrebbe concepirsi una metateoria del senso che, facendo economia di qualunque idea di trascendenza, si collocasse nel quadro epistemologico di una semiotica fedele ai propri principi di pertinenza?[/one_half_last]

[one_half]Massimo leone[/one_half] [one_half_last]

SPIRITUALITA’ DIGITALE

Il pensiero del Novecento ha portato fino in fondo l’opposizione tra spirituale e materiale. La religione è stata studiata come prodotto socioeconomico o come istinto. Ma questa penetrazione del materialismo nella sfera irrazionale del credere ha lasciato qualcosa d’incompreso. Questo libro indaga la portata di ciò che non abbiamo ancora capito del nostro sentimento religioso a partire dalla smaterializzazione delle relazioni umane, formata e incentivata dalla comunicazione informatica, telematica e via web. Semiologo, Massimo Leone mette in gioco le teorie dei linguaggi nel campo del credere. La progressiva digitalizzazione del significante lo ha trasformato in un simulacro portatile ma freddo. Esso non rappresenta il suo oggetto nel senso di una incarnazione materiale ma in quello di una ricostituzione aritmetica.[/one_half_last]

[one_half]Julia Kristeva[/one_half] [one_half_last]

A GERUSALEMME

Intellettuale poliedrica, psicanalista e semiologa, Julia Kristeva parla di fede da un punto di vista laico. L’uomo ha bisogno di credere nel fatto che la vita collettiva sia migliore della guerra, di tutti contro tutti, dell’individualismo. La narrazione del cristianesimo, in particolare di quello cattolico, crea e riproduce il collante sociale e culturale di una società che guarda, tutta insieme, al futuro. Nessuna pretesa superiorità per una chiesa, ma l’ammissione che il cristianesimo è questa narrazione complessa in grado di dare prospettiva alla società occidentale, alle sue tante culture e mitologie diverse. Il dio che soffre e muore in croce rappresenta la forza e insieme l’umana debolezza che fa il senso d’umanità e può costruire la pace.[/one_half_last]

[one_half]Maria Chiara Giorda[/one_half] [one_half_last]

MONACI. UOMINI SENZA DIO?

I monasteri dovrebbero rappresentare l’ultima roccaforte che resiste alle forze modernizzatrici, materialiste e prive di Dio, che dilaniano il mondo occidentale. Oppure no? E se anche i monaci fossero, invece – come i non monaci – uomini senza dio? Carichi, cioè, di una vaga e imprecisata spiritualità utile soprattutto come guida per orientarsi in spazi e tempi che con Dio hanno poco a che fare? E se il monastero non fosse altro che un luogo in cui monaci e turisti del sacro, mescolati nello stesso spazio, non cercano altro che recuperare una dimensione più umana, meno alienante e dunque un maggiore equilibrio nella quotidianità? E se essere monaci non fosse altro che la messa in pratica di un’arte di vivere il presente che nel mondo fuori sembrerebbe perduta? Il saggio vuole lanciare una provocazione: in una società frammentata e secolare, compressa nel tempo e nello spazio, persino luoghi come i monasteri smettono di essere caratterizzati da religiosità tradizionali per essere trasformati in spazi di ricerca spirituale completamente inediti, alternativi e che spesso hanno a che fare più con la ricerca di un benessere psico-fisico da ottenersi qui e ora, che con l’anelito verso un Dio che attende l’uomo nell’aldilà.[/one_half_last]

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Economia morale. a sfida della cooperazione

Inaugura la collana Incontri Cooperativi diretta da Luigi Berzano e edita da Celid l’intervista a Luigi Berzano Economia morale. La sfida della cooperazione. ” La cooperazione ha attraversato la lunga storia della modernità rappresentando il polo della partecipazione dell’individuo, della sua libertà e dell’arricchimento apportato al mercato. Cooperare attiva profondi legami tra gli individui: ciò rappresenta un fattore necessario per lo sviluppo e la crescita sociale, esattamente come sono fondamentali il mercato e lo Stato. Da questo punto di vista se non c’è modernità senza individuo, altrettanto non c’è modernità senza cooperazione. Possiamo considerare le cooperative come un fenomeno universale. Gli economisti liberali alla fine dell’Ottocento (e anche quelli attuali) non sono riusciti a dare una ragione al fenomeno della cooperazione, ritenendolo una forma d’impresa imperfetta. I sociologi tendono a credere che le società funzionino bene se hanno un’economia polifonica, se a fianco della proprietà privata si esprimono altre forme di proprietà. Anzi, la cooperazione consente anche al mercato di funzionare meglio, perché lo tempera degli aspetti più aspri e lo arricchisce…” Tratto dall’intervista a Luigi Berzano [/one_half_last]

[one_half]Religioni ed economie

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Religioni ed economie

Nel volume a cura di Maria Grazia Turri, Stefania Palmisano e Maria Chiara Giorda anche il saggio di Luigi Berzano e Letizia Viarengo

Etica ed economia in Damanhur

Culture del lavoro e del denaro in Damanhur

“…Questa epoca contemporanea che conosce tutti gli effetti dei processi di secolarizzazione è un periodo stimolante per approfondire i rapporti tra etica ed economia e, più in particolare, i rapporti tra le singole religioni e le culture del lavoro e del denaro. Questo capitolo presenterà nella prima parte una tipologia degli interessi teorici delle scienze sociali relativamente ai rapporti tra religione ed economia. Nella seconda parte l’analisi di tali rapporti sarà condotta su Damanhur, con particolare riferimento alle sue culture del lavoro e del denaro…”  Luigi Berzano ——

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Genere e religioni in Italia. Voci a confronto.

Presentazione di Luigi Berzano Edizioni Franco Angeli, 2014.

Scopo del volume è contribuire, attraverso un approccio interdisciplinare, ecumenico ed interreligioso, alla comprensione dei complessi intrecci che connettono la Sociologia della religione e la Sociologia del genere. Il volume è a cura di Isabella Crespi, docente di Sociologia dei processi di formazione presso l’Università di Macerata e di Isabella Ruspini, docente di Sociologia presso l’Università Milano Bicocca.

“Le relazioni tra genere maschile e genere femminile rivestono un ruolo cruciale nei libri sacri; ciononostante, la prospettiva gender-sensitive pare ancora scarsamente impiegata negli studi sociologici sui sistemi religiosi… Di particolare interesse e rilevanza la presenza di contributi relativi alle diverse fedi e a prospettive teoriche e di ricerca sociale plurali”.

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LIBERAMI DAL MALE Una famiglia di guaritori nella campagne astigiane.

Il volume presenta una approfondita analisi sociologica e antropologica sull’attività dei guaritori “settimini” astigiani. In particolare approfondisce la storia della famiglia Gerbi, guaritori settimini vissuti a Vallandona d’Asti  fino alla morte dell’ultima componente avvenuta nel 2010. L’analisi si addentra nelle pratiche dei Gerbi e nei resoconti dei devoti, evidenziando come la cultura della guarigione praticata nelle campagne astigiane fosse in dialogo sincretico con le credenze cristiano-cattoliche e le pratiche medico scientifiche.

VAI ALLA SCHEDA [/one_half_last]

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CREDERE E’ REATO?

Il saggio a cura di Luigi Berzano raccoglie i contributi di sociologi, filosofi, semiotici, giuristi e psicologi sul tema del pluralismo e della libertà religiosa quando si misura con le attese e gli ordinamenti degli stati laici. Il volume è in vendita in tutte le librerie ed è acquistabile on line presso [fancy_link textColor=”#000000″] Libreria del Santo [/fancy_link]

Cliccando sul link si può scaricare la presentazione del volume in formato pdf  e l’indice dei capitoli

[fancy_link textColor=”#000000″]Presentazione – Luigi Berzano[/fancy_link]   [/one_half_last]   [divider_top]

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LA RELIGIONE DEI VOLTI – Collana

I volumi di questa collana possono essere letti on line ed essere visualizzati anche su iPad e tablet.

 

[one_half]Clicca sulla copertina per leggere il volume[/one_half]

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I VOLTI. Lettere agli amici di Val d’Andona.

Riprendiamo con queste lettere l’idea che il volto degli uomini e delle donne, oltrechè il volto di tutte le cose, sia il segno più bello e significativo del mistero di Dio annunciato da Gesù.

Luigi Berzano

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LA RELIGIONE DEI VOLTI.

VOL. 1 La scoperta del volto.

Il volto esprime l’altro, il tu, il prossimo. E anche la forma che Dio ha voluto scegliere per farsi riconoscere dagli uomini è stato un volto umano in Gesù. Se la qualità della convivenza collettiva, come scrive il filosofo Lévinas, «ricomincia dal tu», cioè ricomincia dal dare valore all’altro e al rapporto di prossimità, anche il cristianesimo si rivela come la religione dei volti, cioè della prossimità.

L’accumularsi di molteplici apparizioni dell’io di fronte agli altri non è che l’esperienza della divisione dell’io in se stesso.

L’io vede il proprio volto popolarsi di segni inattesi e diversi. L’io scopre di avere più volti…

Luigi Berzano[/one_half_last]

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Clicca sulla copertina per leggere il volume[/one_half]

[one_half_last]LA RELIGIONE DEI VOLTI

VOL.4 I volti della natura

La natura e il paesaggio che ci circonda sono anch’essi il volto del progetto divino della creazione. È un volto che è esistito centinaia di milioni di anni prima che comparissero gli animali e gli uomini…

Nel volto l’anonimità dell’universo si fa persona; il sogno dei venti e dei mari, il silenzio degli astri e delle montagne ha raggiunto nel volto una presenza materna.

Nel volto giunge a espressione il nascosto, il segreto calore della creazione.

Non esistono due volti uguali, ma ciascuno porta in sé una variazione speciale: ogni volto esprime una particolare intensità di presenza umana. Dopo la lontananza, rivedere il volto di chi si ama è fonte di gioia misteriosa. [/one_half_last]