1. rav Alberto Somekh,
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2. La tradizione religiosa di riferimento è l’ebraismo ortodosso, i riti sinagogali avvengono in conformità.

3. La fondazione accertata di una comunità ebraica in Piemonte risale alla cacciata degli ebrei dalla Francia nel 1394, lo testimoniano documenti che attestano la presenza di ebrei in Piemonte a partire dagli inizi del Quattrocento. Ulteriori fonti che documentano la presenza ebraica a Torino sono ascrivibili all’epoca del ducato di Amedeo VIII di Savoia, e possono essere datate intorno al 1430. Le prime comunità ebraiche infatti furono fondate vicino al confine francese: a Savigliano, Cuneo, Asti, Fossano, Moncalvo.

E’ comunque a partire dal 1924 che si ha notizia della permanenza stabile a Torino di due importanti famiglie ebraiche: la Foà e l’Alemanna. Sembra però che l’insediamento di una comunità ebraica in città abbia origini molto più antiche: già nel 200 d.C. si erano stabiliti a Torino ebrei provenienti da Roma e dal sud d’Italia, dove erano insediate numerose comunità ebraiche. Ciò che è storicamente documentato è che gli ebrei subirono persecuzioni e furono emarginati a partire dal sec. XVIII fino ai primi decenni del XIX sec.: è certo che in questo periodo a Torino l’area intorno a p.za Carlina fungesse da vero e proprio ghetto ebraico. Solo dopo lo Statuto albertino nel 1848 si annunciò un periodo di emancipazione, che doveva essere inaugurato con il tentativo infruttuoso di costruire anche un luogo di culto. La Mole Antonelliana fu infatti originariamente edificata per essere una sinagoga, ma l’ idea fu presto abbandonata e l’edificio negli anni 1880-84 mutò la sua destinazione d’uso. Nel 1938 in conseguenza delle leggi razziali, gli appartenenti alla comunità ebraica furono decimati: nel 193o la comunità ebraica torinese contava 5 – 6.000 membri; alla fine della secondo guerra mondiale il numero si era ridotto a non più di 1000 persone, numero che è rimasto invariato sino ad oggi. Il prestigio della Torino ebraica è dovuto alla personalità di Primo Levi, figura di spicco a livello internazionale.

4. In Piemonte ci sono tre comunità autonome: Torino, Casale Monferrato e Vercelli con Biella.
Della comunità di Torino fanno parte anche Cuneo e Ivrea che conta una cinquantina di membri. Il totale di appartenenti alla comunità torinese è di 487 donne e 387 uomini, cifra che comprende tutti gli ebrei di nascita: è ebreo infatti solo chi è nato da una donna ebrea. I culti sono frequentati da una percentuale del 10% di appartenenti alla comunità, in occasione della festa dello Yom Kippur la percentuale di partecipanti al rito sale al 50%. A Torino per il 99% gli ebrei sono figli e nipoti di torinesi da sempre, gli ebrei immigrati nell’ultima generazione sono pochissimi. Questa è una marcata caratteristica della comunità torinese, a differenza di altre come Milano per esempio. L’età media è elevata, il 50% degli appartenenti alla comunità ha più di sessant’anni. Il titolo di studio dei membri è mediamente alto: circa il 60% dei membri adulti  è laureato, una percentuale molto elevata. Per quanto riguarda le occupazioni, i membri sono soprattutto professionisti: medici, avvocati, insegnanti, ingegneri; pochissimi commercianti e negozianti, a differenza di altre comunità. Torino si distingue sotto il profilo intellettuale.

5. Ai sensi dello statuto, approvato con legge pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’8/3/89, la comunità ha un Consiglio di tredici membri, eletto a suffragio universale per un quadriennio, che esprime un presidente con responsabilità legale, un segretario che cura l’amministrazione. Il rabbino, scelto per chiamata o per concorso, cura la parte religiosa. Il Collegio Rabbinico Italiano, a Roma e in altre sedi, fornisce la preparazione in studi talmudici; è anche raccomandato un anno di studi all’estero. Gli obblighi religiosi cominciano a 13 anni per i ragazzi e a 12 per le ragazze; gli obblighi contributivi e il diritto alle elezioni attive e passive cominciano ai 18 anni. Ogni comunità ebraica in Italia è autonoma ma tutte fanno parte dell’Unione delle Comunità Ebraiche. A livello nazionale esiste la consulta rabbinica, formata da tre rabbini, che si occupa di questioni religiose.

6. Le attività a Torino sono di diverso tipo: religiose, culturali, sociali. Tra le attività religiose, le funzioni della sinagoga (tefillah) tutti i sabati, i lunedì e giovedì mattina, e nelle feste comandate della tradizione ebraica. Tra le attività sociali: la scuola, dall’asilo alla media inferiore, aperta anche ai non ebrei; la casa di riposo per anziani (la cui cucina segue i dettami della religione ebraica); un’attività di assistenza verso chi ha bisogno: beneficienza, visita agli ammalati, sostegno. C’è una biblioteca aperta al pubblico per consultazione, prestito e attività culturali. Ci sono corsi di ebraico, di avvicinamento all’ebraismo, di storia e filosofia ebraica; presentazioni di libri, ecc.

7. Tra i simboli della Comunità Ebraica vi è la stella a sei punte,

e il candelabro a sette braccia, menorah, che rappresenta la luce dell’insegnamento divino.

8. La pubblicazione più importante è il Notiziario della Comunità Ebraica di Torino, inviato mensilmente agli iscritti. Viene poi pubblicato anche Ha Keillah (che significa in ebraico “comunità”), periodico bimestrale del Gruppo di Studi Ebraici di Torino (sito www.hakeillah.it). Inoltre sul Lunario ebraico, pubblicato annualmente con le date delle feste religiose e gli orari dello shabbath, ci sono brevi saggi sulla storia in Piemonte. In particolare: Foa S., “Appunti storici: gli Ebrei a Torino”, Lunario Israelitico, 1931-32; Foa S., “Documenti statistici sugli Ebrei torinesi nei primi anni del ‘700”, Lunario Israelitico, 1937.

Bibliografia

Ci sono numerosi studi sulla comunità torinese e piemontese. Alcuni sono elencati di seguito.

– Monticone Claudia, Gli ebrei a Torino negli anni della persecuzione, tesi di laurea, Università degli studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, anno accademico 2002/2003.

– Segre Renata, The Jews in Piedmont (3 vol), Jerusalem, The Academy of Sciences and Humanities and Tel Aviv University, 1986.

– Sacerdoti A. e Tedeschi Falco A. (a cura di), Piemonte – Itinerari ebraici. I luoghi, la storia, l’arte, Venezia, Marsilio ed., 1994.

– Molino Bruno, La Comunità ebraica di Torino nel dopoguerra. Tesi di laurea, Università degli studi di Torino, Facoltà di Scienze Politiche, anno accademico 1985/1986.

– Comunità Ebraica di Torino, Ebrei a Torino. Ricerche per il centenario della sinagoga (1884-1984), Torino, Allemandi, 1984. –

– Pellegrini M., Le aree segregate: approcci teorici e un caso storico. Il ghetto ebraico di Torino, Torino, Celid, 1979.

E. M.