[fancy_header]Organizzazione Sathya Sai Italia[/fancy_header]

1.Organizzazione Sathya Sai Italia – A Torino l’Organizzazione conta quattro centri:
Torino A – Corso Rosselli 123/3, 10141 Torino
Torino B – attualmente condivide il locale con il centro Torino A
Torino C – via P.ssa Clotilde 44,  10144 Torino
Torino D – via Broni 1, 10128 Torino
Responsabile Coordinamento regionale per il Piemonte:
Miguel Carruozzo
e-mail: ccpiemonte@sathyasai.it
Sede Legale:
Via della Pace 1
28040 Varallo Pombia (Novara)
Tel. 0532 66855
e-mail: segretario@sathyasai.it
sito web italiano: www.sathyasai.it

2. Satyanaryan Raji nasce nel 1926 a Puttaparthi nell’Andra Pradesh (India del Sud). A quattordici anni entra in uno stato di consapevolezza al termine del quale, il 23 maggio 1940, annuncia:”Sono Sai Baba”, assumendo lo stesso nome di un santo asceta, Sai Baba di Shirdi (1856-1918). Da allora comincia a raccogliere devoti in un piccolo ashram, che oggi con il nome di Prashanti Nilayam è diventato un intero sobborgo di Puttaparthi. Sathya Sai Baba invita a tornare alle scritture tradizionali dell’India e a sperimentare Dio come stato di coscienza superiore, che è già dentro di noi e che può essere raggiunto non tanto attraverso la conoscenza, ma per mezzo di un’esperienza diretta che non è disgiunta dal compimento del proprio dovere e dal servizio reso agli altri. Dio, pertanto, non è un’entità esterna separata dall’uomo, ma uno stato di consapevolezza che si può raggiungere tramite determinati strumenti. Per il maestro indiano non è importante il credo religioso – la sua è, insieme, una “spiritualità senza religione” e qualche cosa che si presenta come sintesi di tutte le religioni – ma il dharma, il compimento del dovere. I fedeli considerano Sathya Sai Baba un avatar integrale (purnavatar), come Krishna; la storia è stata anche percorsa da amshavatara, avatara “parziali”, tra cui Gesù Cristo, Ramakrishna e Aurobindo. Contrariamente ad altri maestri indiani – che considerano i miracoli come appartenenti a una sfera inferiore – Sathya Sai Baba affida la prova del suo carattere di avatar ai segni straordinari o siddhi. Offre ai devoti ogni sorta di miracoli, sia nel regno psichico (chiaroveggenza, profezie, apparizioni a migliaia di chilometri di distanza), sia nel regno fisico. Dalle mani del maestro esce ogni giorno una cenere sacra (vibhuti) cui sono attribuite proprietà miracolose. Il maestro è inoltre ritenuto capace di “materializzare” oggetti di ogni genere: statuette devozionali, anelli d’oro, il linga simbolo di Shiva, e perfino monete d’oro che recano, come data del conio, l’anno di nascita del devoto per cui sono state “prodotte”.  Il movimento spirituale che è nato intorno al maestro di Puttaparthi insiste sul superamento dell’individualismo e del particolarismo per arrivare a una verità separata da qualunque forma specifica.

3. Il primo Centro Sathya Sai italiano è fondato proprio a Torino il 9/1/1977, in strada del Ponte Verde, da Adriana Monzeglio e Mario Bianco, pioniere nell’opera di divulgazione del pensiero e della figura del maestro di Puttaparthi in Italia. Successivamente, dopo un soggiorno in India, aderisce il dottor Antonio Craxi (fratello dell’uomo politico Bettino, 1934-2000), quindi l’avvocato Pietro Marena. L’attuale chairman Nazionale è Mauro Battiston mentre il responsabile europeo è Alida Parckes. Una delle prime manifestazioni nazionali si svolge a Roma nel 1983, con l’unità delle religioni come tema. Oggi a Torino ci sono quattro Centri Sathya Sai (Torino A, B, C, D).

4. Attualmente frequentano i centri di Torino circa 150 persone: per la maggior parte donne (60%); la scolarità dei membri è medio-alta, le professioni sono varie con una maggioranza di  impiegati; l’età media è di 60 anni. C’è una minoranza (circa il 5%) di presenze straniere

5. Gradatamente, attorno al maestro si è costituita un’organizzazione internazionale, la Sathya Sai Organization, con oltre duemila centri in 140 nazioni, suddivise in nove “zone”, a loro volta suddivise in “regioni” (si veda l’organizzazione sul sito italiano). Giancarlo Rosati di Parma, diventa il primo presidente nazionale dell’Organizzazione e rimane in carica fino al 1998. Attualmente il presidente dell’organizzazione italiana è Mauro Battiston, segretario Franco Borghetti.. In Italia, il paese europeo con più devoti, oggi esistono una cinquantina di centri, che fanno capo a sei comitati di coordinamento interregionale, con circa duemila membri attivi.

6. Riproducendo l’organizzazione internazionale, l’organizzazione italiana comprende quattro rami: spirituale; educativo; di servizio (guida un’ampia serie di attività caritative e di volontariato coordinate su scala internazionale dall’Organizzazione Mondiale Sathya Sai Seva); e giovanile, per i fedeli fra i sedici e i trent’anni. Le principali attività a Torino sono: incontri presso i centri (i giovedì e le domeniche) nei quali si studiano gli insegnamenti di Sai Baba e si cantano canti devozionali; servizio presso Ospedali; servizio presso ospizi; organizzazione d’incontri con altri personaggi di levatura spirituale.

7. Il simbolo dell’Organizzazione, chiamato sarvadharma (letteralmente: “tutte le religioni”),  è un pilastro (pilastro della concordia) che regge un fiore di loto; attorno, su cinque semicerchi, i valori umani: verità, retta azione, pace, amore, non violenza, che sono anche simboli delle religioni del mondo a significare l’unità degli esseri umani sotto un’unica verità suprema. 

8. Non ci sono pubblicazioni proprie dei centri di Torino.

Bibliografia

Fontauzzo A., “Organizzazione Sathya Sai Baba”, in Luigi Berzano (a cura di), Forme del pluralismo religioso – Rassegna di gruppi e movimenti a Torino, Torino, Il Segnalibro, 1997, p. 215-222.

Viarengo M. L., Sai Baba e il suo movimento, Leumann (TO), Elledici, 2001. Cfr. anche il sito CESNUR: www.cesnur.org.

E. M.