1. Via Renier 57 – 10141 Torino

           Anziano Alfredo Apicella.

  1. Benché i vari movimenti del risveglio protestante sorti in Scozia, Svizzera, Italia e Inghilterra dal 1820 in poi abbiano avuto origine indipendentemente gli uni dagli altri, essi si ritrovano ad avere caratteristiche così simili da poter essere in seguito accomunati con il nome di “Chiese dei Fratelli”. Il movimento dei Fratelli si divide fra un’ala di “Fratelli stretti” (exclusive brethren), più esclusivisti e non disponibili a una collaborazione con chi non condivida il loro rigoroso neofondamentalismo, e una di “Fratelli larghi”, che è alle origini dei maggiori gruppi europei, detti oggi “Adunanze dei Fratelli” o “Chiese Cristiane Evangeliche dei Fratelli”.
  2. Il movimento dei “Fratelli stretti” si forma nel 1848 in Inghilterra, quando un gruppo – con a capo un esponente della borghesia inglese (John Nelson Darby, nipote dell’ammiraglio Horatio Nelson) – proveniente dalla Chiesa dei Fratelli si staccò da quest’ultima per perseguire una concezione ancora più rigorosa dell’obbligo di allontanarsi dal male per accedere alla Santa Cena. Il nome “darbisti”o “Fratelli stretti” non è stato coniato da questo movimento, ma da quello dei “Fratelli larghi”. A oggi (2015), in Italia sono presenti 15 chiese dei “Fratelli stretti”. La chiesa di Torino è stata fondata nel 1895 grazie all’opera missionaria di alcuni esponenti inglesi. La comunità aveva sede inizialmente in via delle Orfane e solo successivamente si è spostata nella sede attuale in via Renier.
  3. Frequentano la chiesa circa 25 persone (con un’uguale percentuale di uomini e donne), tutti in età piuttosto avanzata (oltre i sessanta). Di solito le chiese che fanno parte di questa denominazione tendono a raccogliere al proprio interno persone di discreta cultura e status sociale elevato; infatti qui sono presenti liberi professionisti e impiegati dirigenziali; tre di loro sono laureati, mentre tutti gli altri posseggono il diploma di scuola superiore. Al momento, la chiesa non è frequentata da fedeli stranieri.
  4. La comunità è autonoma a livello sia gestionale, sia economico; al suo interno non è prevista nessuna struttura gerarchica: infatti, tutti gli incarichi vengono ricoperti a turno (compreso quello di predicatore).
  5. Le attività svolte dalla Chiesa sono: un culto di adorazione con predicazione, la Santa Cena, e una riunione di preghiera o di studio biblico (il giovedì sera a settimane alterne). Saltuariamente vengono inoltre promosse delle iniziative di evangelizzazione, soprattutto attraverso la distribuzione di pubblicazioni.
  6. La comunità utilizza e riconosce come simboli quelli cristiani: per esempio, la croce latina, la Bibbia riformata e il simbolo del pesce.
  7. Uno dei membri della chiesa, Alfredo Apicella, ha pubblicato i seguenti volumi: La nostra lingua un fuocoL’Epistola di Paolo ai RomaniIl libro del DeuteronomioPersonaggi biblici, vol. I e II (per bambini); La Genesi, vol. I e II (per bambini). Inoltre, Apicella ha tradotto diversi libri del movimento darbista estero ed è direttore della rivista evangelica «Il Messaggero cristiano», che pubblica anche i calendari biblici “Il buon seme”).

T.C.