[fancy_header]Associazione Soka Gakkai[/fancy_header]

 
1.Associazione Italiana Soka Gakkai
via Cirenaica 32,
10142 Torino
Tel. 011 710029, FAX 011 710792

2. La Soka Gakkai italiana (ISG) è un’associazione religiosa laica, riconosciuta dallo stato italiano come ente morale. La tradizione religiosa a cui si riferisce la Soka Gakkai è quella del Buddhismo di Nichiren Daishonin (1222-1282), secondo cui la felicità assoluta, la buddhità, è dentro la vita di ogni persona. L’Associazione ISG fa parte della  Soka Gakkai Internationa (SGI)l.

3. La Soka Gakkai (società per la creazione di valore) è stata fondata nel 1930 in Giappone da Tsunesaburo Makiguchi (1871-1944), un maestro elementare noto per una serie di saggi critici nei confronti del sistema educativo giapponese e da Josei Toda (1900-1958), direttore di una scuola privata. Il primo praticante torinese fu Carlo Pellecchia che diventò membro (ricevette l’oggetto di culto) nel 1966 in Giappone, ma il primo gruppo torinese stabile si formò solo verso il 1979. Negli anni ’80 ci fu una notevole crescita e si strutturò l’organizzazione sul modello giapponese. Nel 1992 si aprì il centro culturale, o kaikan, in via Cirenaica. Dagli anni ’90 l’associazione è diventata sempre più visibile e partecipe della vita cittadina, con l’organizzazione di mostre, attività nelle scuole, spettacoli aperti al pubblico. Il presidente onorario giapponese della SGI, Daisaku Ikeda, ha anche ricevuto riconoscimenti pubblici come la Targa della regione Piemonte e la cittadinanza di Torino.

4. A Torino l’Associazione conta circa 2500 membri; il 5% è di nazionalità straniera; vi è una netta prevalenza di donne (il rapporto stimato è 70%/30%). I ruoli professionali sono vari; il livello di istruzione medio è piuttosto alto.

5. Le strutture comunitarie e territoriali sono coordinate da uno o più responsabili, che ne promuovono le attività e che prestano il loro servizio senza compenso in favore dei fedeli. I responsabili sono designati e revocati dai livelli gerarchicamente superiori. L’attività si svolge in gruppi (in media 10-20 persone) affidati di solito a due responsabili. I gruppi sono uniti gerarchicamente in settori, capitoli, hombu e territori. Sei territori confluiscono nella regione Piemonte e Valle d’Aosta. Questi livelli organizzativi sono guidati dai rispettivi responsabili; ogni livello ha poi un responsabile per ogni specifica divisione (le principali sono: Giovani Donne e Giovani Uomini per membri sotto i 35 anni, Donne e Uomini per i membri adulti, sopra i 35 anni; esistono anche divisioni studenti, artisti, sanità, ecc.).

6. La SG si propone di propagare il Buddhismo di Nichiren Daishonin, in particolare viene posto l’accento sulla pace, la cultura e l’educazione. Per la SGI è fondamentale la via dell’educazione, da qui la scelta  di organizzare mostre, forum, conferenze e meeting di discussione per diffondere l’educazione alla pace e ai diritti umani. A livello torinese e piemontese vengono organizzate le mostre della SGI e viene fatta attività di sensibilizzazione nelle scuole su temi ambientali.

7. Il principale simbolo e oggetto di culto della Soka Gakkai è il Gohonzon. Esso è la rappresentazione
di ogni singolo essere vivente e dell’universo al tempo stesso (che il buddismo di Nichiren considera indissolubilmente integrati e in costante e profonda relazione). Davanti ad esso il fedele prega, esprime gratitudine e cerca di manifestare la condizione di buddità o illuminazione.

Il logo della SGI è raffigurato qui di fianco.

8. La ISG pubblica tre periodici: Il Nuovo Rinascimento (quindicinale), Buddismo e Società (bimestrale), Il Volo Continuo (settimanale). La SG torinese non ha pubblicazioni proprie. Nella biblioteca del kaikan sono presenti le pubblicazioni della ISG.

Bibliografia

Perona P., La Soka Gakkai a Torino, tesi di laurea presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Torino, A.A. 1995/96.

Visconti G., “Associazione Italiana Soka Gakkai”, in Berzano L. (a cura di), Forme del pluralismo religioso – Rassegna di gruppi e movimenti a Torino, Torino, Il Segnalibro, 1997, p. 151-152.

scheda a cura di E.M.